Una parola per camminare insieme
Evoluzione dell'escursionismo al CAI Vimercate di Giancarlo Maffei

"L'uomo incalzato, sospinto, non conosce più l'erba di un sentiero, ne ignora il colore, l'odore, i riflessi quando essa è accarezzata dal vento".(G. Rebuffat - Stelle e Tempeste)  
Da sempre vive nella nostra Sezione un'attività indirizzata a far conoscere ed amare le montagne: l'escursionismo.
Dall'archivio di Sezione spuntano vecchie foto, ormai ingiallite, dei gruppi più o meno numerosi di soci che come noi hanno creduto nell'amicizia e nel piacere di salire insieme sui monti.
La costituzione, riconosciuta, della nostra Sezione risale agli anni in cui "l'élite" del CAI "risolveva" gli ultimi ... problemi alpinistici delle Alpi ed avviava la sua prestigiosa attività extraeuropea. I rifugi, per lo più danneggiati dagli eventi bellici, venivano alacremente ricostruiti.
Noi, allora giovani, ci aggregavamo ai soci di maggior età ed esperienza per ... andar per monti! Per l'escursionista erano disponibili poche pubblicazioni. I libretti verdi TCI-CAI "da rifugio a rifugio" erano i best sellers del tempo. I sentieri erano in gran parte privi di segnavia. Le attrezzature e l'abbigliamento assolutamente "pionieristiche"! C'era il desiderio di andare, e quel desiderio, come per molte Sezioni è stato determinante anche per la nostra.

Rifugio Brioschi -Anni 60 Grignetta - anni 60

Dalle origini d'attività la Sezione ha incrementato il numero dei soci, si è dotata di una sede di proprietà ed ha allargato la presenza del CAI nel territorio con la ... "filiazione" di quattro Sottosezioni. Di pari passo le iniziative escursionistiche sono lievitate fino ad assumere sia a Vimercate che nelle Sottosezioni, una collocazione centrale fra le molteplici attività praticate.
Da qualche anno il calendario gite collettive copre con continuità un arco di tempo che corre dalla primavera all'autunno, ed in qualche Sottosezione particolarmente attiva, interessa l'intero arco dell'anno.
Abbiamo indirizzato i nostri sforzi organizzativi a proporre un escursionismo che fosse un'attività di base allargata quanto più possibile ai soci e per quanti, non soci, volessero fruirne. Desideravamo fare un primo approccio con una proposta adatta ai più ed aperta a tutti.
Sono nati così i "calendari gite" con percorsi raggiungibili in autobus o in treno, comunque sempre con mezzi collettivi. Un modo concreto per dare anche alla nostra attività una impronta ecologica.
Anche se con dislivelli e percorrenze contenute, di limitato impegno fisico e modeste quote da raggiungere, le nostre mete sono state sempre suggerite da particolari caratteristiche delle montagne o dell'ambiente attraversato. Abbiamo camminato in zone di notevole interesse alpino raggiungibili con percorsi facili e sicuri.
All'inizio della nostra programmazione eravamo dubbiosi e perplessi. Temevamo che l'abitudine all'auto come mezzo di trasporto individuale o famigliare prevalesse sulla offerta di un mezzo di trasporto collettivo, ancorché più economico e meno affaticante.
Altre Sezioni, più numerose della nostra, non riuscivano a raccogliere con continuità un numero sufficiente di partecipanti tale da completare un pullman e garantire alla Sezione il ritorno economico delle spese organizzative.
Dovevamo, e dobbiamo, fare i conti con un "budget" tale che non ci consente spese per i trasporti che non rientrino in cassa con una partecipazione di gitanti che occupino tutti i posti disponibili.
I fatti ci hanno confortato. Le adesioni sono diventate costanti e la formula delle gite "Tutti insieme, in compagnia" si è dimostrata valida.
Un secondo fine dell'attività escursionistica, oltre ad organizzare buone gite, è anche quello di incrementare all'interno della nostra Sezione i rapporti di socialità ed amicizia fra i partecipanti.

Pizzo Meriggio verso il Bernina
Sentieri

Negli ultimi anni il terreno camminabile si è ampliato dall'alta montagna ai fondovalle fino a comprendere, specie nelle regioni appenniniche o prealpine, gli immensi bacini collinari che caratterizzano gran parte del territorio alpino ed appenninico. Una delle condizioni sufficienti se non necessarie per l'escursionista è il sentiero, questa "umile" e per certi versi dimenticata traccia sul terreno che per secoli è stata sinonimo di mobilità sulla terra ferma, rete indispensabile per la vita di una civiltà che ci è alle spalle.
All'escursionista, moderno "fruitore" dei sentieri, sono idealmente affidate la memoria storica e la conservazione di un inestimabile patrimonio culturale che abbisogna di maggiori cure e consapevole attenzione.
Agli escursionisti in cammino rivolgiamo un invito a percorrere con sicurezza itinerari adatti alle proprie capacità, a seguire i sentieri, a contribuire alla loro manutenzione, a scegliere il periodo adatto per compiere le escursioni, tenendo conto sia delle condizioni meteorologico ambientali sia del possibile affollamento dei sentieri, dei rifugi, e delle zone di accesso alla montagna. Pertanto laddove è più alta la presenza turistica, sarà da evitare il periodo centrale della stagione estiva. Anche così potremmo contribuire alla conservazione della montagna realizzando il motto del Cai: "Camminare per conoscere e tutelare".


Regole per l'escursionista
Valtellina dalle Orobie
Difficoltà escursionistiche

La scala CAI differenzia l'impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico comprende quattro classificazioni per definire distinguere il diverso impegno richiesto da un itinerario e anche per definire chiaramente il limite tra difficoltà escursionistiche ed alpinistiche.

T Turistico
Itinerari su stradine, mulattiere o larghi sentieri con percorsi non lunghi, ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento.
Si svolgono di solito sotto i 2000 metri.Richiedono una certa conoscenza dell'ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.

E Escursionistico
Itinerari che si svolgono su sentieri di ogni genere oppure su evidenti tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie) di solito con segnalazione: possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove in caso di caduta la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli.
Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici. in genere con segnalazioni adeguate.
Possono svolgersi su pendii ripidi dove tuttavia i tratti esposti sono di solito protetti o assicurati (catene) , non faticosi ne impegnativi anche grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che però non necessitano l'uso di equipaggiamento specifico (imbragatura, moschettoni, ecc.).
Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza dell'ambiente alpino, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
Costituiscono la grande maggioranza dei percorsi escursionistici sulle montagne italiane.

EE per escursionisti esperti
Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacita di muoversi su terreni particolari.
Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti).
Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.).
Tratti rocciosi, con bevi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minore impegno).
Rimangono invece esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all'apparenza senza crepacci (perché li loro attraversamento richiederebbe l'uso della corda e della piccozza, nonché la conoscenza delle relative manovre di assicurazione).
Necessitano esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell'ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.

EEA Escursionisti esperti con attrezzatura
Si tratta di difficoltà riscontrabili su un percorso con caratteristiche alpinistiche e comporta, oltre a quanto già previsto per gli itinerari EE anche l'uso di attrezzature per l'assicurazione e autoassicurazione come ad esempio le "vie ferrate".

Soccorso alpino

Segnali internazionali di soccorso

Chiamata:
Lanciare SEI volte in un minuto un segnale ottico o acustico.
Ripetere i segnali dopo un minuto
Risposta:
Lanciare TRE volte in un minuto un segnale ottico od acustico,
Ripetere i segnali dopo un minuto.
È fatto obbligo a chiunque intercetti un segnale di soccorso di avvertire il Posto di chiamata o la Stazione di Soccorso Alpino più vicina, o il custode del rifugio o le guide o le comitive che incontrasse.
Fungono da posti di chiamata i rifugi con custode e tutte le località abitate di fondovalle circostanti al gruppo.

Codice di segnalazione soccorso con elicottero
Occorre aiuto
Atterrate qui
Si (alle domande poste dal pilota dell'elicottero)
Non occorre aiuto
Non atterrate qui
No (alle domande poste dal pilota dell'elicottero)